Chiavari: squisita interzonale

CHIAVARI - Se la vittoria contamina la passione anche in questa regata io e Stefano siamo rimasti incorrotti.

A Chiavari si arriva facile, basta seguire il profumo delle penne al pesto (per non parlare dei mirabolanti effluvi del tiramisù) realizzato da Enrica Bertini.

Meno male che Milano è sempre sopravento alla Liguria.

Il Sabato siamo in cinque equipaggi, con Mattia Bordon nella veste insolita di timoniere e Paolo Brescia con a prua un gradito ritorno nella classe Fireball, il fratello. Le barche in legno (Zanillo, Mattia, Ditto) sono maggioranza assoluta, facendo ipotizzare che questa volta il premio speciale debba andare alla prima barca in plastica classificata. 

Il Sabato viene allietato da un vento fresco che oscilla tra i 12 e i 15 nodi e onda formata.

Nella prima prova il colpo di scena arriva poco prima della prima boa di bolina: Paolo Brescia, fino a quel momento saldamente in testa, ha un'avaria alla barca che lo relega all'ultimo posto. Vince Zanillo che regola Ditto e Mattia. Quest'ultimo si dimentica di essere partito molto in ritardo e supera senza troppa fatica la coppia Pecchinino-Rondelli, ancora in cerca della buona forma che avevano mostrato a Baratti.

La seconda prova è una fotocopia della terza (in entrambe vince Paolo Brescia, che regola Zanillo e Ditto) mentre la terza è la fotocopia della prima (ancora un'avaria alla barca di Paolo Brescia, questa volta al tesabase). Il secondo infortunio del pluri-campione italiano lascia tanto interdetti Pecchenino-Rondelli da farli ignobilmente scuffiare. I ragazzi dell'assistenza saranno tanto pietosi da non divulgare le foto scattate dal gommone mentre i due sacramentavano come pinguini imbranati scivolati sul pack.

Riesco a recuperare una foto favolosa (non quella dei pinguini) dai ragazzi dell'assistenza e la faccio vedere a mio figlio (cinque anni) che non può che esclamare "Ma che bravi!”. Per non deluderlo sorvolo sui nostri risultati in acqua.

La foto colpisce anche una mia eccezionale cugina di Ferrara che commenta

“Apperò!”

A lei, già campionessa regionale di nuoto, non ho il coraggio di mentire

“Regata di ieri in Liguria. Ho nascosto la classifica a mio figlio”

“nella foto sembra tutto molto pericoloso ed estremo! Avreste potuto essere in testa!”

 

Il giorno dopo grazie alla foto mi sarei accorto di diversi errori: la stecca alta era al contrario e il canale tra il fiocco e la randa troppo aperto (= provate ad ingrandire la foto riportata sotto e noterete che tra le due vele c'è spazio per un cabinato mure a dritta).

Il tempo di disarmare le barche e condividere qualche impressione e siamo già con le gambe sotto il tavolo (il famoso bordo a terra). A cena si parla un poco di tutto: vecchie conoscenze (Umberto Verna che si conferma un infaticabile macinatore di miglia marine e costruttore di marinai), vecchie reminiscenze (la storia dei ragazzi del Parsifal), vecchie passioni (i rally degli anni settanta e ottanta).

La Domenica mattina dobbiamo lasciare l’appartamento alle 11.00, e mio figlio non si capacita della solerzia con la quale facciamo colazione, doccia e valige

(“ma perché? E’ Domenica!”)

La partenza è alle 11.00 ma ciondoliamo in porto fino alle 12.30, orario nel quale termina l'allerta meteo (per fortuna solo gialla).

Inganniamo il tempo ammirando la storia della famiglia Galletti (il padre parte agli inizi del secolo scorso con destinazione sud America e con un viaggio avventuroso che contempla tre giorni come clandestino in una scialuppa riesce finalmente ad approdare in Cile, dove passerà buona parte della sua vita) e carpendo i segreti della coppia di testa Bordon-Tonelli (riuscivano a fare un angolo di bolina di 45°). Applicando le reminescienze liceali (trigonometria del quarto anno) riesco a capire perchè noi fossimo più lenti: con 55° di bolina si fa presto a percorrere un 20% in più di rotta.

La quarta prova (l'unica della Domenica) ristabilisce i rapporti di forza: Paolo Brescia vince meritatamente regata e interzonale, lasciando a Pecchenino-Rondelli l'incombenza di creare da soli (il famoso "do it by yourself") le condizioni per scuffiare (questa volta con lo spinnaker, per aumentare il coefficiente di difficoltà del raddrizzamento).

Completano il podio Bordon-Tonelli, Galletti-Bertini e penne al pesto e tiramisu in dosi industriali.

Ancora una volta si è avuta la conferma che gli assenti hanno sempre torto!