Con vento leggero

Australian Sailing & Yachting - November 2011

I consigli di Michael Blackburn* per la navigazione in venti molto leggeri.

 

I venti leggeri richiedono una tecnica di navigazione delicata ed accurata. A differenza della fisicità necessaria a gestire una deriva in acque turbolente, in condizioni di brezza la vera sfida diventa riuscire a condurre delicatamente l’imbarcazione attraverso l’aria in leggero movimento.

In condizioni di vento leggero, i velisti Australiani, sono meno abili rispetto agli Europei. Questo è in parte dovuto al fatto che il nostro meraviglioso paese è sicuramente tra i più ventosi. Se il vento è debole, in un pomeriggio d’estate, è sufficiente che il Comitato di Regata rinvii di poco la partenza per avere una condizione di 8 nodi o più.

Sfortunatamente, avendo poche occasioni di navigare in condizioni di vento leggero, non riusciamo mai a comprendere pienamente le differenze nella conduzione della barca in partenza e la finezza delle regolazioni necessarie in bolina e nelle andature portanti, per primeggiare nelle competizioni con i velisti Europei.

Si rende quindi necessario tarare diversamente quella che è la nostra concezione di vento troppo leggero per affrontare una regata o un allenamento. Gli stessi Comitati di Regata non dovrebbero aver timore di dare la partenza con 4-5 nodi, cosa che avviene regolarmente nei principali eventi europei.

Finite le recriminazioni, passiamo ai suggerimenti.

Riuscite a sentirlo?

Per ora non affronterò il problema del settaggio delle vele e dell’attrezzatura, ma piuttosto gli aspetti legati alla sensibilità ed all’assetto.

E’ fondamentale massimizzare la capacità di sentire quel poco vento che c’è. L’utilizzo di filetti (tell tales) su vele e sartie e l’adozione di un segnavento costituiscono un buon punto di partenza. Il passo successivo è controllare due elementi chiave della barca, che forniscono indicazioni sul comportamento dello scafo e dell’attrezzatura: il timone/barra e le scotte.

E’ necessario ridurre il più possibile l’attrito sui perni e su qualunque altro punto di contatto (come l’archetto che passa sopra alla barra nel caso del Laser), per sentire quando la barca è pronta ad orzare. In condizioni di vento leggero, bolinare troppo poggiati è letale perché le vele stallano con molta facilità.

Assicuratevi che gli agugliotti siano ben allineati con i perni e che tra i due non ci sia gioco. Anche la barra ed il timone devono essere il più possibile solidali tra loro. Dovete sentirvi un tutt’uno con l’acqua che scorre sul timone.

Per ridurre l’attrito delle scotte, utilizzate bozzelli nuovi e scegliete scotte il più possibile sottili, sempre compatibilmente con un utilizzo confortevole. Il campione Laser Tom Slingsby utilizza una 5.5mm per la scotta di randa. Diametro a cui è arrivato progressivamente, nel corso degli anni, man mano che sentiva aumentare la forza nelle mani.

E’ utile anche ridurre il più possibile l’abbigliamento indossato in barca, in modo tale da: a)essere leggeri e b)aumentare la sensibilità. Magari senza arrivare agli estremi di Matias DelSolar (CHI) negli ultimi Giochi Olimpici: testa rasata e costume da bagno!

Naturalmente, anche avere scafo, deriva e timone leggeri sarà di aiuto.

La Bolina con venti leggeri

Ovviamente la condizione migliore si ha quanto maggiore è il vento a disposizione e quanto minori sono i disturbi sull’aria. Riservate un po’ di tempo prima della partenza ( a meno di due minuti dal via), per alzarvi ed esaminare attentamente lo specchio d’acqua alla ricerca delle zone in cui vi sembra ci sia un mezzo nodo di brezza in più.

E’ importante essere consapevoli che l’ampiezza del cono di sventamento è maggiore in venti leggeri. Mentre dagli 8 nodi in su è possibile tenere all’infinito la posizione ad una lunghezza e mezzo al traverso sopravvento ad un’altra barca, con 5 nodi di vento, si è proprio al limitare dell’aria sporca.

Se siete solo ad una lunghezza al traverso sopravvento, risentirete dell’aria disturbata dalla barca sottovento, che vi rallenterà quanto basta a risentirne ancora di più, fino a restare completamente nei rifiuti nel giro di un minuto o due.

Prestate quindi grande attenzione alla vostra posizione rispetto alle barche vicine. Per ‘attaccare’, posizionatevi sottovento alle barche vicine, preferibilmente con la prua in posizione leggermente più avanzata rispetto a loro. Se avete la stessa velocità della barca sopravvento, dovreste riuscire a guadagnare acqua a poco a poco, ma dovrete essere pazienti.

Per ‘difendere’ la posizione, evitate di avere barche vicine sottovento, a meno che non abbiano a loro volta una barca vicina sottovento! Ovviamente, nelle partenze con vento leggero, lasciare troppo spazio sottovento può costituire un elemento di criticità.

Quando vi trovate sopravvento è importante che, non solo lo scafo, ma tutta l’imbarcazione, sia lontana dalla barca sottovento. Non c’è alcun vantaggio nell’essere ad una lunghezza e mezzo sopravvento, se siete così sbandati che il resto dell’attrezzature è appena ad una lunghezza di distanza.

Tenendo la barca piatta, trarrete vantaggio anche dall’avere la deriva ben immersa nell’acqua. Se temete di non riuscire a sentire la barca quando è perfettamente piatta, provate a lasciarla sbandare leggermente.

Nell’andatura di bolina, un buon punto di partenza è far lavorare contemporaneamente sia i filetti sopravvento che quelli sottovento. Provate anche a navigare stringendo leggermente il vento, fino a quando il filetto sopravvento sventa per metà o più del tempo.

Se vi accorgete che i filetti sottovento sventano, lascate immediatamente un po’ di scotta o di carrello in modo tale da far aderire nuovamente il flusso dell’aria al lato sottovento della vela. Poi, gradualmente, provate ad orzare, cazzando di nuovo leggermente la scotta. Dato che la barca si muove lentamente, è più rapido seguire il vento con le vele, piuttosto che con lo scafo, quindi abbiate sempre cura di ristabilire il corretto flusso d’aria sulle vele, prima di stringere leggermente il vento.

Sedete leggermente più a prua di quanto fate in altre condizioni, ma senza esagerare, in modo tale che cazzare e lascare non diventi disagevole, dato che in barca è fondamentale mantenere una posizione rilassata.

Le andature portanti in venti leggeri.

Nei laschi e nella poppa dovrete essere altrettanto delicati che nella bolina.

Evitate il pumping eccessivo. Vanno bene piccoli aggiustamenti delle vele, che consentano alla brezza incostante di ristabilire il corretto contatto con le vele. Se pompate in modo pronunciato, influenzerete il vento nel raggio di alcuni metri intorno a voi, ritardandone la spinta sulla vostra imbarcazione e rallentando così la vostra andatura. Ogni adeguamento delle regolazioni richiederà un tempo maggiore prima che abbia effetto – circa 30 secondi – dovrete quindi essere pazienti ed aspettare un po’ prima di decidere se avete ottenuto l’effetto desiderato.

In larga misura, una buona tecnica nelle andature portanti in venti leggeri si riduce al restare fermi e lasciare che l’aria, agendo sulle vele, vi spinga in avanti. Utilizzate la percezione attraverso scotta di randa e timone ed il suono della barca sull’acqua per limitare al massimo la correzione del punto di scotta.

Ogni tanto respirate profondamente e rilassatevi!

*Michael Blackburn (nato il 27 May 1970 in Sydney, New South Wales) è un velista olimpionico Australiano pluridecorato! Nel 2005 con il Laser ha stabilito il record di traversata dall’Australia alla Tasmania in 13 hore e 1 minuto. Nello stesso anno è stato terzo nella ranking mondiale della classe. Nel 2006 ha vinto il mondiale. E’ il fondatore del sito SportsMindSkills.com

Traduzione: Letizia Monosilio