Il 16 novembre prossimo l'Associazione Italiana Fireball compirà i propri "primi quarant'anni".

Tanti infatti saranno gli anni trascorsi da quel di (per l'appunto il 16 novembre 1967), in cui cinque volenterosi proprietari della "palla di fuoco" si diedero appuntamento tra le brume autunnali del Lago di Viverone, in Piemonte, per costituirsi in Associazione: Luciano Sodero divenne così il primo segretario nazionale della Classe Italiana Fireball.

Da allora, molta acqua è passata sotto la prua del Fireball nel nostro Paese.

Una storia di cui essere fieri che ha visto protagonisti centinaia di velisti appassionati da una sfida: quella di potersi costruire economicamente in casa propria una deriva acrobatica, performante, caratterizzata da un rapporto massa/superficie velica molto basso.

Il Fireball ha così attraversato indenne i diversi e altalenanti periodi che hanno contraddistinto la vela da deriva in Italia.

Dall'entusiasmo e dalla creatività degli anni Settanta e Ottanta alla successiva e generalizzata crisi legata per lo più al lievitare dei costi di uno sport sempre più confezionato per i soli "campioncini" seguiti dalla Federazione.

E il Fireball si è ritrovato lì ad approfittare del riflusso dei velisti poco propensi all'idea di dover cambiare imbarcazione ogni due stagioni per essere competitivi! Lo scafo a spigolo, sinonimo di maggiore rigidità e longevità della struttura, la possibilità di atocostruzione, sinonimo di riduzione dei costi, unitamente alle sue prestazioni d'eccellenza con vento fresco, hanno sicuramente costituito alcune delle ragioni del boom della Classe nei primi Anni Novanta.

In vera controtendenza, rispetto al generale "andazzo" sui campi nostrani, il Fireball incominciò a macinare record su record.

I campionati italiani con 45 imbarcazioni nazionali (Bracciano '91) non costituivano più un fatto eccezionale e giungevano ad annoverare persino 67 equipaggi. quando la vicinanza del luogo di regata con le flotte d'oltralpe ne agevolava la partecipazione (Cannobio '96).

Nel frattempo, i legami con la flotta in Europa e nel Mondo andavano consolidandosi definitivamente.

A partire dal primo Campionato del Mondo organizzato in Italia a Diano Marina nel 1985, e proseguendo con gli Europei del 1988, 1992, 2001 e ancora con i Mondiali del 2001 sul lago di Bracciano, il processo di integrazione del Fireball nostrano nei ranghi internazionali della Classe è divenuto un fatto acquisito.

E ogni volta con una partecipazione pari a 70-100 equipaggi!

Poi, la flessione inevitabile degli anni Duemila, in linea peraltro con una fase congiunturale davvero sfavorevole; questa volta, all'unisono con altre blasonate Classi uscite dal novero delle specialità olimpiche, come quell'FD che in prova e dinanzi ad osservatori internazionali, il Fireball aveva poc'anzi polverizzato nella spettacolare andatura di lasco sotto spi!

Ma si è trattato di una flessione e non di una caduta rovinosa, come accaduto altrove, a testimonianza di una Classe viva, popolata da velisti che all'agonismo sfrenato hanno sostituito il piacere di fruire insieme di belle giornate di vela, sempre in splendide località, e ancora con il gusto di confrontarsi con le agguerrite flotte svizzere, francesi ed inglesi ingiro per l'Europa, e di stare al passo con la tecnologia e i nuovi materiali.

Oggi, questa realtà può contare su un circuito di regate nazionali ed internazionali di primo livello, con una partecipazione che, sebbene ridottasi rispetto ai fasti degli anni Novanta, è pur sempre di tutto rispetto (24 equipaggi all'ultimo campionato nazionale di Castiglioncello).

Una realtà questa, da cui ripartire per un nuovo ciclo di crescita: di ciò è fermamente convinto il rinnovato gruppo dirigente della Classe che con l'entusiasmo dei fondatori di quel lontano 1967 è deciso nel considerare il Quarantennale della Classe come l'atto simbolico della sua rinascita.

BUON COMPLEANNO FIREBALL!

Il Presidente Filippo Baretti