Il Cocu sul gradino più alto

AVVERTENZE - Chi scrive è arrivato penultimo, non ha mai vinto una regata Fireball (neanche una zonale) e si fida di una bussola non compensata. Compensa con una buona cultura generale, che gli permette di inserire qua e là citazioni da canzoni, dichiarazioni di personalità del mondo dello sport, film, fumetti. Al lettore il compito di scoprirle.

 

SAN VINCENZO - Al cospetto di San Vincenzo (celebrato in Francia come protettore dei vignaioli e dei loro prodotti, a dimostrazione di come sia sbagliato ridurre i cugini d’oltralpe ad Asterix, Platini, Pastis e petanque) arrivo in perfetta forma: negli ultimi dodici mesi ho percorso più di 10.000 Km in bici, da una settimana sono in smaltimento ferie (un termine più politicamente corretto del barbaro ferie forzate, evocante un’ignobile azienda che non te le concede quando le chiedi e le impone quando non servono), ho passato due giorni a riarmare l’Optimist che hanno regalato a mio figlio e altrettanti nel farglielo provare. 

La soddisfazione più grande il minore me l’ha data a secco, dopo l’acquisto del carrello di alaggio presso la rinomata gioielleria “Negri Nautica” (che, per gettare fumo negli occhi, tiene in bella mostra nel suo capannone di Zibido San Giacomo Laser, RS e abbigliamento velico di ogni genere): quando gli ho fatto presente che il suo carrello (poco meno di 170 Euro) vale più dell’auto del suo indegno genitore si è limitato a ricordarmi che “dovevamo comprare anche la sassola”.

Con Stefano siamo nello stesso appartamento dello scorso anno, quando, causa di un infortunio registrato durante la manutenzione straordinaria del carrello stradale, ci siamo limitati a vedere gli altri scendere in acqua. Ricordo quella edizione come una delle prove più dure che abbia mai superato: non aver ceduto alla tentazione di aggiornare il mio curriculum velico con un “iscrizione alla regata nazionale Fireball San Vincenzo” mi riempie tutt’ora di orgoglio.

I tre giorni di regata si riducono presto a due: troppo vento sabato (e non molta voglia degli equipaggi, compresi quelli del Contender, di scendere in acqua), quindi tutti a terra e niente pasta.

Il Fireball tornava a San Vicenzo

Lo accoglie il brutto tempo

siam pieni di stupor

Ne approfitto per importunare Luca Landò, già giornalista alla corte di Indro Montanelli e direttore de “L’Unità”: si parla dei bei tempi (ci siamo conosciuti al mondiale Contender 2004 a Riva del Garda, dove i Fireball daranno spettacolo il prossimo giugno), di quotidiani e giornalismo in generale. Subodoro che il carrello stradale più bello sia il suo (uno scrigno completamente chiuso per preservare il violino uscito dalle sapienti mani del mantovano Bonezzi) ma non cedo alla tentazione di una domanda diretta. Meno accattivante ma altrettanto funzionale il furgone Ford cassonato con gruetta e tre Contender impilati uno sopra l’altro. Molti attendono ansiosi la risposta della classe Fireball.

Le istruzioni di regata (disponibili solo su Internet, una soluzione ritenuta ecologica solo da chi ritiene che i server e tutti gli ammennicoli necessari per poter accedere a questa Magna Charta siano alimentati dalla forza motrice dei folletti di Babbo Natale) forniscono due possibili percorsi: un triangolo e un bastone oppure un bastone con stocchetto seguito da un altro bastone. Devo ammettere che, con il vento gagliardo di Sabato, il triangolo no, non l’avevo considerato.

Il bordo a terra termina in pizzeria, dove per una volta non si parla dei massimi sistemi e si inciampa nel Titanic della Lego (oltre 9.000 pezzi). Scoprirò la settimana dopo che la casa danese, per ringraziare un suo progettista ideatore (Tiago Cantarino), ha inserito tra i blocchetti un mattoncino (a forma di lapide, perché nel frattempo il dipendente aveva lasciato l’azienda…) con le sue iniziali TC.

Domenica la pioggia era venuta, la pioggia era andata via, tra le nubi faceva capolino il sole: non ci sono scuse e si deve andare regatare. L’uscita è variopinta: la barca scende dallo scivolo l’equipaggio da una scaletta laterale, si bolina fino all’uscita del porto.

La partenza dei Contender è tanto aggressiva da costringere la giuria al richiamo generale. I Fireball sono più timidi e si limitano ad un solo OCS.

Mai non fu vista partenza più bella

Ma tu non colsi la linea corretta

Rendendo Daniele persona un poco interdetta

 

La prima prova la vince (inaspettatamente?) Cocuzza (senior), timonato per l’occasione da Zelda Varaglioti. Completano il podio l’equipaggio iuniores Dellacasa-Deriu e i gardesani Pellegrini-Pedro(ni). Medaglia di legno per gli altri iuniores Emprin-Cocuzza (iunior), all’esordio con una barca ex Eric Campo. Noi settimi grazie dall’OCS di Liberati-Gillone e alla scuffia di Pecchenino-Rondelli.

La seconda prova la vince (inaspettatamente?) Cocuzza (senior), con Minoni al posto d’onore e Dellacasa-Deriu sul gradino più basso. Noi sesti dopo una funambolica ultima bolina (durante la quale passiamo dall’ultimo posto al terzo) e una poppa di contenimento fino all’inevitabile scuffia. A poche decine di metri dall’ultima boa il terzo posto si eclissa come lacrime nella pioggia.

E' mai possibile o porco di un cane

Che le regate con le sventolate 

Debban risolversi tutte con grandi scuffiate

Grazie anche ad un’amabile conversazione tra Pedro e la barca comitato non c’è tempo per una terza prova e si torna a terra, con un rientro altrettanto laborioso dell’uscita: si deve tirare giù la randa e fare la fila a scaletta e scivolo.

Lunedi mattina mi sveglia mio figlio, un frugoletto ostaggio della cattiva abitudine di alzarsi in vacanza prima che nei giorni di scuola. Va bene che fuori dal letto nessuno è perfetto (figuriamoci dentro), ma certe volte chi è tutelato dalla legge sui minori esagera.

Ancora addormentato (o per portarmi avanti, decidete voi) scuffio in porto.

A giudicare dalla linea di partenza mi aspetto una regata molto agraria, molto sporca. Avverto Stefano che noi dobbiamo starci dentro in quello sporco e trovare uno spazio di qualità.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: partiamo ultimi. Alla boa di bolina issano la Romeo, avvertendoci anche a voce. Io annuisco come solo uno che non sa cosa significhi quella bandiera sa fare. Mi ricordo solo la “C” (facile, è il simbolo del Contender) che significa cambio di percorso (Change) e la “S” di Short (percorso ridotto), per la “R” devo aspettare di trovare una parola inglese che me la faccia venire in mente.

Nella seconda poppa sono più bravi Emprin-Cucuzza (iunior) che ci superano poco prima dell’ultima boa: siamo ultimi senza aver scuffiato (ebbene si, è difficile ma si può fare!), mentre la regata la vince (inaspettatamente?) Cocuzza (senior).

Qualcuno scopre un modo alternativo per imbarcare acqua: un incontro ravvicinato tra Pedro e Caparezza abbassa la linea di galleggiamento della barca del primo.

"De' Caparezza non v'accostate

Già tanti altri ci han tamponate

In altra più morbida barca la prua affondate"

Sorpreso da un Pedro sì deciso

Sentendosi deriso

il Mori s'infuriò

Ma più dell'angolo poté la foga

Novello Paperoga

col disonesto si scontrò

La seconda prova la vince (meritatamente) Minoni, mentre noi non sfruttiamo la momentanea perdita di ragione di Emprin-Cocuzza (girano una boa che non dovevano girare) e gli arriviamo dietro anche questa volta.

Nel pieno di un insolito agonismo

In preda ad un orgasmo

qualcuno duplicò

Ci superiamo nell’ultima prova, quando Liberati-Gillone ci uccellano di poppa.

Cuore di pietra Cocuzza (senior) finge di dimenticarsi che il giorno dopo ci sarebbe stato il compleanno di Minoni e vince proprio davanti ad Andrea.

Mai mi sarei aspettato di vedere il Cocu sul gradino più alto di una regata nazionale, scartando per giunta un terzo posto. Il mondo è dei romantici e non scopriamo oggi che chi sogna ad occhi aperti vede delle cose che sono precluse a chi sogna solo ad occhi chiusi.

Il rientro a Milano è complesso: per tutto il viaggio mi domando se esiste una correlazione tra gli eventi meteo (pioggia fuori dall’auto e fulmini dentro l’abitacolo) e l’umore di mia moglie (chiusa in casa tutto il giorno causa compiti in arretrato di mio figlio).

Picchiando Rondelli come un fabbro

dopo l’ultimo pedaggio

la moglie si calmò

Nella capitale morale si arriva verso mezzanotte: la casa non ci riconosce e la porta non si apre. Memore dei risultati economici dell’ultima volta che registrammo un evento simile (un fabbro, dopo qualche abile colpo di maglio, ci ha resi meno benestanti di cinquanta Euro, “un prezzo di favor”), mia moglie riconduce a più miti consigli la serratura nel giro di pochi minuti.

La lettura della buona notte ha per oggetto il libro in grande formato Fungarium (Rizzoli), con il quale ci siamo dilettati nella (ri)scoperta dei funghi zombi. Chi ordinerà al Garda la quattro stagioni è avvertito.

P.S.

Le citazioni, in rigoroso ordine di apparizione, sono:

-       De André

-       Renato Zero

-       Giuseppe Tomasi di Lampedusa

-       De André

-       Blade Runner

-       De André

-       Chiedimi se sono felice

-       Marco Giampaolo (allenatore Sampdoria)

-       Frankenstein Iunior

-       De André

-       Pink Floyd

-       De Andrè

-       Edgar Allan Poe

-       De André

-       De André